venerdì 16 gennaio 2009

Photo Trouvée


Ogni tanto mi ritrovo a guardare tra i cassetti-archivio del mio studio fotografico, alla ricerca di qualcosa…e puntualmente mi perdo nella mia esplorazione.
Sfoglio, leggo nomi, date, contesti…C’è sempre qualcosa, che mi distrae dal mio intento, che mi porta lontano.
Ora ho capito!
Navigo in un mare di immagini sconosciute, centinaia e centinaia di buste contenenti fotografie di clienti, tra l’altro anche già pagate, che aspettano il loro proprietario da parecchi anni.
Ancor più, molte di esse mi accompagnano almeno da vent’anni.
Mi chiedo spesso come si possono dimenticare delle immagini che documentano parte della nostra vita. Che spreco di ricordi!
Oggi più di ieri riacquistano senso e valore e ne sono attratto!
E’ come un grande frigorifero, con tanti cassetti, dove sono conservati gli alimenti dimenticati, scaduti, ormai da molto tempo, sembra che nessuno si nutra più di ricordi.

Comunque in questo caleidoscopio, io mi perdo piacevolmente, nonostante ci siano immagini sfuocate, inquadrature sbilenche, dominanti cromatiche stile “life” anni ’70, controluce aberranti, composizioni impreviste e qualche bella foto.
Ma il fascino di queste immagini sta proprio in tali imperfezioni, che testimoniano una rappresentazione reale e diretta, non filtrata da fotografi professionisti.
Sono delle finestre di osservazione, che permettono un analisi sul campo, spesso in un luogo di vita famigliare, ricavando segni che rimandano agli usi e alle tradizioni del periodo ritratto.
Ogni fotografia è una storia, un testo che mi racconta un frammento di vita quotidiana.
Object trouvèe, foto di famiglia che diventano ritratto di una società.

venerdì 12 dicembre 2008

UN'IMMAGINE, NESSUNA E CENTOMILA.

Una fotografia sarà l’incipit del mio secondo post.

Un percorso di conoscenza, un concetto psicologico, un romanzo pirandelliano.
Parliamo di identità, partendo però dall’immagine qui accanto.

Casualmente ho visitato una mostra fotografica, allestita in una villa comunale di un piccolo paese della “brianza”, Carugo;
E qui con sorpresa e interesse ho potuto vedere delle immagini di un fotografo lombardo, il noto Maurizio Gallimberti.
Egli privilegia la fotografia di ricerca attraverso il concetto del ritmo e movimento, tipico di futuristi e cubisti. Le sue creazioni sono una via di mezzo tra l’arte figurativa e la fotografia.
Fondamentale nella realizzazione delle stesse è l’utilizzo di un mezzo, che i fotografi considerano “povero”: la macchina fotografica ”Istant Polaroid”;

Marchio fotografico che è diventato nell'era pre digitale sinonimo di foto istantanea, infatti strumento capace di catturare e stampare le immagini nell’immediatezza, come in uno specchio, l’immagine diventa istantanea.
Oggi, purtroppo per i nostalgici questo apparecchio è in via di estinzione, però è ancora capace di segnare il tempo.

Gallimberti si fa interprete e ideatore dello specifico movimento ''Polaroid Pro Art''.

In particolare a me piacciono i suoi ritratti, formati da “un’immagine, nessuna, cento mila immagini”. Una sorta di ricerca di identità , attraverso la forma e la luce ma non solo.
Uno scoprire il personaggio in posa, attraverso diversi punti di vista-ripresa, dal dettaglio al totale, dal totale al dettaglio, quasi in circolo ermeneutico. La forza di queste immagini sta nel provocare la ricerca di una identità più che della forma estetica, di andar oltre la visione, di entrare in profondità, oltre la tridimensionalità apparente dell’effetto fotografico.

Questa immagine dunque, permette innumerevoli approfondimenti; Pirandello svolge una ricerca continua sull'identità della persona nei suoi aspetti più profondi, dai quali dipendono sia l’idea che ogni persona ha di sé, sia le relazioni che intrattiene con gli altri. un sistema filosofico basato sul contrasto tra la Vita e la Forma. ( “relativismo psicologico”)
L'uomo dunque non può capire né gli altri né tanto meno sé stesso, poiché ognuno di noi vive portando una o più maschere.
Queste riflessioni trovano spazio espressivo nel romanzo “Uno, nessuno e centomila” di Pirandello.
Lo stile fotografico di Gallimberti rimanda, a mio parere, al concetto di disgregazione dell’io; come uno specchio infranto in molteplici frammenti, ognuno dei quali riflette una realtà sempre diversa.
“nulla è come sembra”. Pirandello.

mercoledì 3 dicembre 2008

MOTIVI FOTOGRAFICI

Benvenuti nella mia sala da posa fotografica virtuale.

Luogo di condivisione di idee, progetti, emozioni.
Un porto nel quale, le partenze e gli arrivi siano azioni quotidiane.
Lo scambio e non la merce sia lo scopo principale.

In questo viaggio, che vi propongo, il bagaglio lo prepariamo assieme.
Portatevi un bel po' di creatività, mezza valigia di immaginazione...
...ah! dimenticavo prendete un appunto su tutto quello che ci metterete dentro, insomma una semplicissima lista, la comunicazione è importante.
Continuiamo!
Il lato destro e sinistro della valigia sono vuoti,
potrebbe starci comodamente una buona dose di tecnica.
Ora se rimane ancora dello spazio, non dimenticate assolutamente l'esperienza, la dovremmo portare sempre con noi;
C'è sempre qualcosa che inconsciamente lasciamo a casa prima di un importante viaggio.
Come ultimo ma non ultimo atto, dobbiamo dimenticarci di chiudere la valigia, lasciare la nostra lista incompleta, rimanere in ascolto, far passare ancora della luce.
Ah...ecco cosa stavo dimenticando di portare, la luce; altrimenti che sala da posa sarebbe!
Buon viaggio.